I tappi di vetro: ultima frontiera dell’imbottigliamento del vino
Di Nicoletta A.Negli ultimi anni molte aziende vinicole tra le più serie utilizzano per l’imbottigliamento del vino tappi di vetro invece dei tradizionali tappi di sughero e di silicone. Dunque stanno prendendo piede i bouchon di vetro. Va sottolineato che non sono adatti a tutti i vini, ma solo per i vini giovani e di pronta beva, quelli che non devono evolversi per troppo tempo in bottiglia.
Il cambiamento è stato bene accolto, quasi all’unanimità, soprattutto perché il sughero è un bene prezioso che va preservato, e anche perché il tappo di vetro costituisce una buona alternativa dal punto di vista qualitativo. Infatti, mantiene a lungo le qualità del vino ed è facile da aprire poiché ovviamente non necessita del cavatappi, ma si toglie con estrema facilità dopo la veloce rimozione del rivestimento protettivo. E risulta comodo da richiudere, fatto molto apprezzato dai consumatori.
Il tipo migliore è quello costituito da un corpo in vetro con un anello di tenuta in materiale plastico che permette una chiusura perfettamente ermetica. La combinazione dei due materiali evita anche retrogusti e odori sgradevoli, ma richiede delle bottiglie speciali e brevettate. Praticamente bisogna costruire la bottiglia su misura per il tappo e non viceversa. L’unico difetto dei tappi di vetro pare dunque essere il costo, non bassissimo, almeno per il momento. Alcuni consumatori lamentano anche una chiusura non perfetta dopo l’apertura, che rende impossibile tenere la bottiglia sdraiata; ma può essere che l’inconveniente dipenda da un difetto di produzione di singole aziende.
Ovviamente, ci viene da dire, con il tappo di vetro si perde molto l’immagine romantica del sommelier che annusa con passione il tappo di sughero…
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