Alloro (o lauro): i benefici, le proprietà e l’uso in cucina
Di Nicoletta A.L’alloro, anche conosciuto come lauro, è una delle poche erbe aromatiche di cui non abbiamo ancora parlato sulle nostre pagine, pur avendolo citato più volte come ingrediente fondamentale in tante ricette. Le sue foglie possiedono svariate proprietà benefiche e conferiscono ai piatti un aroma e un gusto molto speciale. Tuttavia, a costo di risultare pedanti, consigliamo di impiegare soltanto foglie di cui si conosce la provenienza; se le raccogliete voi stessi, lasciatele seccare per almeno un paio di giorni prima dell’impiego, affinché sprigionino un aroma più forte.
Le foglie di Laurus Nobilis, questo il suo nome scientifico, possono essere usate nella cottura o nella bollitura ma non devono mai essere mangiate. Vanno lasciate da parte perché la loro durezza può provocare tagli in bocca, alla lingua e al tubo digerentee. Ciò non toglie che un infuso a base di alloro abbia innumerevoli proprietà benefiche: aiuta la digestione (ad esempio, nel famoso “canarino”, a base di limone), assorbe i gas intestinali, porta benefici nella cura delle malattie reumatiche, nelle forme influenzali e nei casi di astenia. Questo perché le foglie di lauro contengono molta vitamina C, ma anche vitamina A e altri preziosi nutrienti come acido folico (vitamina B9), niacina (vitamina B3), piridossina (vitamina B6), acido pantotenico (vitamina B5) e riboflavina (vitamina B2). E tanti minerali, come rame, potassio, calcio, manganese, ferro, selenio, zinco e magnesio.
L’alloro si conserva abbastanza a lungo, anche per 6 mesi in luogo fresco, asciutto e buio. Risulta particolarmente adatto a insaporire brodi e consommé, minestre, spezzatini, ragù e stufati (soprattutto di selvaggina, coniglio e di manzo). Si abbina bene con legumi come fagioli e lenticchie, patate, risotti, crostacei e sughi a base di verdure estive come questo.
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