Anime in Carpione: quando i ristoratori si divertono
Di Michelle CoolPer chi non vuole leggere i consueti discorsi sulla gastronomia e sul vino, il volume Anime in Carpione di Paolo Ferrero sarà una gradita sorpresa.
Questo volumetto mette in luce alcuni aspetti negativi e altamente comici dei ristoranti. L’autore è stato un ristoratore professionista e si è divertito a prendere in giro colleghi e clienti. Dei primi illustra i conflitti (le famose guerre tra Sala e Cucina, ovvero tra cuochi e camerieri, due categorie che – come si sa – si detestano a vicenda…), dei secondi mette in evidenzia le manie, la presunzione, la boria.
Il romanzo parla di un’osteria torinese che si monta la testa e dal fare onestamente pizze pretende di “arrivare sulle Guide” e andare a caccia “della prestigiosa Stella Michelin”. Il Maître è un uomo cinico e portato al compromesso, mentre lo Chef – ovvero il protagonista Leo – è un carattere impulsivo e passionale, tanto nel lavoro quanto con le donne: perderà la testa per la sua sotto-cuoca, la Franca, una “zoccola per vocazione” e metterà per questa sua sbandata a dura prova le sorti del ristorantino che si concluderanno in un cenone di Capodanno amaro, grottesco e scollacciato.
L’autore racconta pure di tutti quei personaggi che ronzano attorno al mondo del mangiare e del bere professionale: critici e giornalisti gastronomici, produttori di vino, gente del mestiere e non del mestiere, facendone spesse volte delle caricature graffianti e assolutamente riuscite. E mette forse anche un po’ in discussione – a tratti e con una buona dose di ironia – anche la società in cui viviamo, dove uomini e donne fanno promiscuamente all’amore senza (apparenti) problemi, ma restano sempre più soli. E poi pensano di risolvere tutto a tavola, parlando del nulla o stordendosi con bottiglie da 50 euro.
Lo stile è molto particolare, in quanto alterna parole colte a espressioni a dir poco colorite: ma le cucine di un ristorante – lo sappiamo – non sono certo conventi!
Il titolo si rifà a una nota preparazione piemontese: il “carpione” è infatti una marinata acida e unta dove l’autore immagina che galleggino le povere animucce dei suoi sgangherati anti-eroi…
Romanzo «culinario», ironico e graffiante, a tratti pietoso, che spadella una riflessione semiseria sul sussiegoso mondo del Mangiare e del Bere e forse anche sull’odierno torpore della società italiana. Non siete obbligati a lasciare la mancia…
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