Apologia del Sangiovese
Di Nicoletta A.Quello che è il vino-bandiera della Romagna è stato per anni ingiustamente bistrattato dagli intenditori e snobbato come ‘poco chic’, soprattutto perché per decenni è stato messo in commercio con il nome di ‘Sangiovese’ un vinello di bassissimo livello. Ma sono sempre più numerosi i sommelier a ritenere che, se fosse stato prodotto in un paese diverso dall’Italia, il San Giovese sarebbe stato ben più apprezzato, forse tanto quanto il Cabernet in Francia.
E’ un dato di fatto che ci sono anche dei Sangiovese di ottima qualità, specie se prodotti con uve provenienti da vitigni di antica origine. Il vigneto viene prodotto in una vasta fascia che include Emilia, Toscana, Umbria, Emilia, ma la sua vera culla è la Romagna, particolarmente la zona di Forlì, Imola, Cesena e Rimini. E’ un ottimo esempio di terroir, termine francese intraducibile che indica un vino che ‘traduce’ bene un territorio nelle sue caratteristiche geologiche, fisiche e climatiche. Perciò, dire che il Sangiovese è ‘un sorso di Romagna’, come recita una pubblicità, corrisponde ai fatti.
Per fare un po’ di storia, si pensa che il suo nome di questo vino derivi dal latino Sanguis Iovis, un’espressione utilizzata dai frati cappuccini che potrebbe far riferimento al Monte Giove sui colli nei pressi di Forlì oppure rispecchierebbe il legame tra il vino e il dio degli antichi greci. Ma lasciamo la questione ai filologi.
Il Sangiovese è un vino in cui si scoprono sapori di fruttati – soprattutto fragole e frutti di bosco – e di fiori, specialmente le viole, ma bisogna ricordare il sentore e le caratteristiche del vino variano moltissimo da zona a zona.
La fermentazione del Sangiovese di eccellenza avviene nel metodo tradizionale classico: le bucce dell’uva macerano e fermentano insieme al mosto. E’ il momento delicato della trasformazione dello zucchero in alcol e dell’estrazione dei tannini e dei polifenoli, ed è anche la fase in cui il vino acquista colore, corpo e struttura. In seguito avviene una seconda fermentazione, e poi l’affinamento. Tutto questo per racchiudere e conservare in una bottiglia i profumi e i sapori della Romagna, terra delle cui tavole è – e sarà sempre – il sovrano incontrastato.
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