Brezel, storia di un antipasto
Di Fabio B.Sapete che cosa piace di più quando ci si siede a tavola? Sicuramente, tra i momenti migliori, vi è l’attesa perché lo rende ancora più desiderato e gustoso come recita un certo adagio. Ma ovviamente anche l’attesa va ingannata per placare un minimo lo stomaco se la fame è di un certo tipo ed è proprio in questi frangenti che entra in gioco l’antipasto. Come sará secondo voi l’antipasto del futuro?
L’antipasto è praticamente il momento, quasi, più fondamentale di ogni pasto. Non bisogna esagerare troppo “in attacco” con un piatto abbondante perché, altrimenti, non ci si gusterà affatto quello che arriverà dopo come portata principale, ma dall’altra parte è vero che non si dovrà neanche rimanere più di tanto “in difesa” con poco o niente nel piatto. Una mossa così, del resto, potrebbe anzi far innervosire i commensali. Che cosa bisogna fare quindi?
E’ sempre meglio andare a colpo sicuro con un antipasto che fa sempre piacere al posto del classico cestello del pane. Ovviamente abbiamo già trattato la sua ricetta, ma in queste righe andremo a spiegarvi la sua origine, preparatevi perché oggi si parla del brezel!
E con questo non intendiamo quelli piccoli in versione salatino da bar o sacchetto convenienza da supermercato, ma quelli belli grandi e gustosi, i brezel ideali per essere condivisi con gli amici a tavola, intinti nelle salse oppure avvolti da una fetta di salume affettato o formaggio stagionato.
Come facilmente intuibile dal nome, il brezel è un tipo di pane che ha origine nel mondo germanofono senza però dimenticare alcuni territori italiani, come il Trentino – Alto Adige, oppure francesi, specie quelli al confine con la Germania.
Le sue prime tracce sembrano risalire al VII Secolo Dopo Cristo quando, i monaci di quei luoghi premiavano i bambini che avevano imparato dei passi della Bibbia a memoria con qualcosa da mangiare visto che il cibo scarseggiava per tutti. In effetti è altrettanto vero che il termine derivi da “pretiola” che, in latino, voleva appunto dire “ricompensa”e pertanto finì per essere, semplicemente, brezel (o pretzel) come lo conosciamo al giorno d’oggi.
Persino la forma suggeriva qualcosa di religioso, come la trinità cristiana oppure il gesto della preghiera, ma sappiate che all’epoca si consumavano quasi crudi. Come è stato possibile tale cambiamento estetico?
Stando ad alcune leggende pare che in una vi sia stato un fornaio particolarmente distratto che lo ha cotto per ben due volte mentre, nell’altra, un altro fornaio, questa volta decisamente più stanco, si addormentò sul posto di lavoro e lasciò il pane troppo a lungo nel forno!
Ma non manca ancora qualcosa? Sì esatto, manca il sale, ma per questo si dovette attendere fino agli anni della colonizzazione del NuovoMondo. I coloni europei a bordo della Mayflower decisero di aggiungere del sale a questo tipo di pane per conservarlo meglio ed introdurre una nuova variante per la loro vita in America.
Per prepararlo in casa, vi rimandiamo alla Ricetta per preparare i brezel in casa.
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