Celebriamo il centenario dell’Artusi: l’unificatore della cucina italiana
Di Nicoletta A.Artusi: chi era costui? Ogni appassionato di cucina che viva nel nostro paese dovrebbe conoscerlo e il centenario della sua morte è una buona occasione per ravvivarne la memoria.
Pellegrino Artusi, gastronomo e scrittore, nacque a Forlimpopoli nel 1820 e morì a Firenze nel 1911. In età matura scoprì la buona cucina come hobby e tema per scritti e divagazioni, riunendo un gran numero di ricette “borghesi”, suggerite soprattutto da donne di casa e cuoche di famiglia. Nel 1891 stampò a sue spese, a Firenze, la prima edizione di mille copie de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, in cui raccolse un gruppo di 473 ricette, destinate ad aumentare nelle diverse edizioni, fino alle definitive 766 dell’ultima, curata dall’Artusi stesso nel 1907. Pensate che nel Novecento si stamperanno tre milioni di copie del volume, che con Cuore e Pinocchio contribuì anche dal punto di vista linguistico all’Unità d’Italia.
Grandissimo merito di questo “dilettante” fu quello di tentare l’accordo, se non l’unificazione di alcune cucine regionali italiane, soprattutto l’emiliana, la romagnola e la toscana, insegnando a molte generazioni i principi fondamentali di una cucina nazionale basata su alcune regole base di particolare valore (la pasta fatta in casa con farina e uova, senza acqua; gli arrosti; l’uso del semplice forno a brace ecc.). Nonostante il tempo trascorso, il suo libro, noto semplicemente come L’Artusi, è ancora fra i più venduti libri di cucina, nella ristampa anastatica del 1907 a cura di A. Vallardi.
La cucina povera è la migliore di tutte. Lo sapeva bene l’Artusi, che doveva preparare cibi squisiti con pochi, semplici ingredienti. E non a caso ha scritto un ricettario che resta insuperabile. Un convegno sull’Artusi si è appena chiuso tra Palazzo Vecchio di Firenze e Casa Artusi di Forlimpopoli, ma altre celebrazioni sono previste. Tutte le informazioni sul sito a lui dedicato.
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