Depurarsi al naturale con il succo di Aloe Arborescens
Di Nicoletta A.Sicuramente avete già sentito parlare dell’Aloe Vera, pianta dalle spiccate proprietà depurative e antinfiammatorie. Un rimedio conosciuto e utilizzato da millenni per la cura e la prevenzione di molti problemi di salute.
In realtà, oltre all’Aloe Vera esistono oltre 350 varietà di piante che fanno parte della grande famiglia dell’Aloe. Il motivo per cui l’Aloe Vera è la più utilizzata dall’industria farmaceutica, cosmetica e alimentare è semplice: la grandezza delle foglie e l’alta resa in gel che si trova al loro interno, estratto e lavorato per realizzare succhi da bere, creme, cosmetici e altri prodotti per la salute e per il benessere della persona.
Occorre però sapere due cose:
- l’Aloe Vera non è la scelta migliore in assoluto, in quanto non è la pianta con la maggiore concentrazione di principi attivi;
- il gel è la parte meno interessante della pianta.
Vediamo perché.
Alla scoperta dell’Aloe Arborescens
Qualche anno fa, un frate brasiliano di nome Padre Romano Zago, ha pubblicato un volume che ha suscitato molto scalpore, intitolato Di cancro si può guarire.
Nel libro, tuttora un bestseller nella categoria “salute e benessere”, il religioso parla di un rimedio che, a suo dire, sarebbe addirittura in grado di curare le neoplasie.
La ricetta in questione prevede l’utilizzo dell’Aloe, ma non della famosa Aloe Vera, bensì dell’Aloe Arborescens, pianta che appartiene comunque alla medesima famiglia.
Quest’ultima, pur avendo foglie più strette e meno ricche di gel, può vantare una concentrazione di principi attivi ben 3 volte superiore rispetto all’Aloe Vera.
Ora non sta a noi dire se la ricetta del frate sia realmente in grado di curare una patologia grave come il cancro. Esistono degli studi che sembrerebbero confermare l’attività antitumorale di questa pianta, ma siamo ancora agli albori. Sono necessari ulteriori approfondimenti, per cui non si può certo parlare di una cura.
Tuttavia possiamo dire con assoluta certezza che l’Aloe Arborescens, assunta sotto forma di succo, costituisce un rimedio molto valido per depurare l’organismo in profondità.
Inoltre questa pianta può vantare proprietà:
- antinfiammatorie;
- antiossidanti;
- antivirali;
- antibatteriche;
- antifungine;
- cicatrizzanti;
- gastroprotettive;
- lassative;
- immunostimolanti.
Questo grazie all’incredibile ricchezza e varietà di principi attivi, che rendono questa pianta una sorta di “farmacia naturale vivente”. E infatti in alcune zone povere del mondo si fa uso di questa pianta invece dei farmaci per curare svariate malattie. Tra queste il Brasile, nella zona in cui opera il frate francescano di cui sopra.
Come sottolinea anche il francescano nel suo libro, affinché l’Aloe Arborescens sia efficace, per la realizzazione del succo è necessario rispettare alcune semplice regole, senza eccezioni, per non compromettere la qualità del succo e quindi l’efficacia del medesimo.
Vediamo insieme quali sono.
1. Gli ingredienti
La ricetta di Padre Zago non è altro che un frullato, che prevede l’uso di tre ingredienti:
- 350 grammi di foglie intere di Aloe Arborescens;
- 500 grammi di miele naturale di api;
- 3-4 cucchiai di distillato (grappa, vodka, gin, ecc.).
Il miele, oltre ad avere un ruolo di dolcificante (l’Aloe è molto amara!), serve a conservare il prodotto e ha anche un’azione veicolante, ovvero migliora l’assorbimento dei principi attivi presenti nell’Aloe.
Come spiega Padre Zago, anche il distillato serve a prolungare i tempi di conservazione della ricetta, ma agendo come vasodilatatore, è utile per accelerare l’entrata nel circolo sanguigno dei principi attivi del succo di Aloe.
2. La pianta
È importante scegliere la varietà conosciuta come Aloe Arborescens, ma deve essere una pianta adulta, che abbia almeno 5 anni di età.
3. Le foglie
Le foglie vanno usate nella loro interezza! Si tolgono solamente le spine laterali, mentre si mantiene la buccia. È proprio nella buccia che sono concentrati i principi attivi più importanti e non nel gel! Inoltre la raccolta delle foglie, deve essere fatta al buio, o comunque quando il sole è molto basso. La luce solare infatti distrugge buona parte dei principi attivi.
Anche la lavorazione del frullato andrebbe fatta nell’oscurità, perché la luce artificiale, così come quella solare, può alterare le proprietà del prodotto finale.
4. Conservazione del prodotto
Una volta realizzato il frullato, questo andrà versato in un recipiente di vetro, avvolto in carta argentata (oppure nel cartone), affinché rimanga al riparo dalla luce (solare e artificiale). Il recipiente andrà poi conservato in frigorifero.
Non contenendo conservanti, i tempi di conservazione del liquido sono brevi (massimo 60 giorni).
Come assumere il succo
L’assunzione dev’essere regolare, tutti i giorni, possibilmente a stomaco vuoto (Padre Zago consiglia 30 minuti prima dei pasti).
Il dosaggio consigliato nel libro è di 3 cucchiai al giorno da assumersi prima di colazione, prima di pranzo e prima di cena.
Per quanto tempo va assunto il succo?
L’assunzione andrà continuata fino a concludere un flacone di Aloe, che solitamente è di 750 ml. Se lo si assume solo come prevenzione, bastano 2-3 barattoli l’anno. Per il trattamento di problemi più seri sarebbe meglio prima chiedere un consulto del medico.
Perché il succo di Aloe va assunto a stomaco vuoto?
Perché se l’intestino è ancora vuoto, assorbe molto meglio i principi attivi dell’Aloe. Se invece sta già lavorando per assorbire i nutrienti del cibo, è probabile che non riesca a metabolizzare pienamente tutti i principi attivi dell’Aloe.
Ci sono controindicazioni?
Pur trattandosi di un prodotto naturale, anche l’Aloe può avere delle controindicazioni. In particolare è severamente vietata l’assunzione per le donne in gravidanza e ne è sconsigliato l’uso anche in fase di allattamento.
Chi ha problemi intestinali, specie se gravi (morbo di Crohn, colite ulcerosa, ecc.) dovrebbe evitare di assumere il succo di Aloe, oppure scegliere un prodotto senza buccia e depurato dell’aloina, il cui effetto lassativo potrebbe risultare troppo irritante per le pareti intestinali.
Chi assume dei farmaci deve chiedere prima l’opinione di un medico sull’assunzione dell’Aloe, che potrebbe avere delle interazioni.
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