Dom Pérignon: caratteristiche e varietà del celeberrimo champagne francese

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Quando si parla di Dom Pérignon si sta citando un vino che ha attorno a sé un’aura leggendaria. Questo nettare straordinario, che può essere bianco o rosé, è oggi prodotto dalla maison Moët & Chandon a Épernay nella regione Champagne-Ardenne in Francia.

La vinificazione avviene secondo il tradizionale metodo champenoise (ovvero, con la rifermentazione in bottiglia). Questo champagne deve il suo nome al fatto che la procedura per la sua vinificazione fu (con tutta probabilità) perfezionata dall’abate benedettino Dom Pierre Pérignon, vissuto nel XVII secolo nell’abbazia di Hautvillers. Il famoso monaco stesso lo definiva, le vin le meilleur du monde, mentre il moschettiere Pierre de Montesquiou d’Artagnan ne diceva je n’en connais pas de meilleurs (non ne conosco di migliori). E di certo non sbagliavano.

Lo champagne Dom Pérignon è un vino di grandissimo prestigio, che viene prodotto soltanto durante le annate migliori della vendemmia, quelle in cui la qualità delle uve è al top.

Per preservare la qualità gli enologi specializzati giustamente rifiutano il compromesso nei casi in cui la qualità del raccolto sia mediocre. Inoltre, non si tratterà di un Dom Pérignon se tutta l’uva impiegata per vinificare non proviene dal raccolto del medesimo anno – per chi non lo sapesse, altri tipi di champagne meno pregiati possono invece essere prodotti da una cuvée costituita da vini di diverse annate.

Il capitolato di produzione del Dom Pérignon richiede delle dosi assai precise di uve: il 55% da Chardonnay e il 45% di Pinot Noir.

La casa vinicola Moët & Chandon non distribuisce il vino nella sua varietà bianca prima che siano passati almeno otto anni dalla vendemmia, mentre per la varietà rosé gli anni che devono essere trascorsi sono addirittura dodici. Tutti gli champagne Dom Pérignon sono ovviamente millesimati, perché, come dicevamo, sono prodotti esclusivamente in annate speciali. Ma all’interno della produzione si distinguono ulteriori eccellenze, le più famose delle quali sono due:

  • Dom Perignon Vintage: è il vino la cui elaborazione dura almeno otto anni, per permettergli di raggiungere un equilibrio ideale con molte note fruttate (guava, pompelmo verde, pesca bianca) affiancate da note di vaniglia legnosa e di brioche appena sfornata.
    A tavola, questo suo bouquet complesso lo rende adatto all’abbinamento con primi e secondi piatti a base di carne (anche selvaggina da piuma).
  • Dom Perignon P2 (dove l’acronimo significa “Plénitude 2” e indica la pienezza, la completezza, la perfezione). Stappare una di queste bottiglie significa fare la conoscenza con l’intensità di un vino lasciato a riposare per circa quindici anni, in una lenta trasformazione nelle cantine che lo impreziosisce notevolmente.
    Il bouquet di questo vino è maturo, tonico, e caldo. Anche qui si affiancano alla freschezza del bergamotto e della frutta a nocciolo delle note più calde che ricordano il profumo del fieno e delle brioche. Gli abbinamenti ideali di questo vino possono essere dei consommé di manzo, ma anche piatti a base di molluschi, polpo o branzino, carciofi fritti, mousse al cardamomo.

Come avrete capito, ci troviamo davanti a uno dei monarchi nel mondo dei vini. Se non lo conoscete ancora, cogliete qualche occasione speciale per regalarvene una bottiglia. Il nostro augurio è che nella vita vi possa capitare spesso di fare brindisi indimenticabili con queste blasonate bollicine.


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