Gestire un agriturismo: le scelte di vita che fanno la differenza
Di Daniele GrattieriIn tempi di crisi, trovare lavoro è un’impresa epica, ma le probabilità diventano più alte se le ricerche dell’occupazione si dirigono verso il settore agricolo o enogastronomico. Si tratta di impieghi impegnativi, ma la soddisfazione derivanti dal lavorare nel settore del cibo e del vino di qualità sono enormi. Raccontiamo una storia emblematica: quella di Mirco Endrizzi, uno dei tanti giovani che, con coraggio e intraprendenza, hanno voluto mettersi in gioco creando un valore economico e culturale partendo proprio dal legame con il loro territorio. Mirco, perito programmatore, vive a Coredo in provincia di Trento, nel bel mezzo della Val di Non.
Una volta terminato gli studi ha deciso di seguire le orme paterne e continuare la gestione dell’agriturismo a conduzione familiare. Assieme all’attività di ristoratore, questo giovane ragazzo ha messo in piedi un cultura di patate da cui ricava il piatto forte del suo agriturismo: il vero tortel di patate.
Ma il giovane Mirco ha installato anche una stazione del latte, dove gli abitanti del luogo possono “spillare” il latte appena munto dalle vacche del suo allevamento. Allevare le mucche è un lavoro duro, gli animali vanno accuditi 365 giorni all’anno, ma se poi il risultato sono gli splendidi prodotti caseari allora per Mirco la fatica è ripagata.
E così, MirKo, ma anche tanti altri giovani allevatori italiani , dimostrano che ripartendo dalle origini e dal territorio si può riscrivere un nuovo modello di economia, con altre regole, impegni e soddisfazioni. Un modo per affrontare la crisi con approccio costruttivo ed in grado di creare una rete lavorativa ed economica che ha come suo perno la salvaguarda del territorio e delle sue tradizioni. Un bell’esempio da imitare. Così come altri nel campo della ristorazione e nel variegato mondo dell’enologia (sommelier, consulenti del vino, wine blogger ecc.).
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