L’Amarone: un’eccellenza tutta italiana
Di Daniele GrattieriCi troviamo in Veneto, una delle regioni più affascinanti da un punto di vista storico e culturale, dove la realtà gastronomica si lega ad un indissolubile vincolo tradizione-materia prima di altissima qualità, elemento fondamentale del vino amarone Quintarelli.
L’Amarone della Valpolicella ha una storia piuttosto recente: i primi esemplari di questo vino particolare risalgono all’inizio del 900, anche se le prime etichette risalgono al 1938 e la commercializzazione ufficiale al 1953. Solo nel 1968 l’Amarone ottiene il riconoscimento DOC (denominazione di origine controllata) e nel 2010 quella DOCG (denominazione di origine controllata e garantita).
La zona di produzione dell’Amarone DOCG è la fascia pedemontana della provincia di Verona: dal lago di Garda fino quasi al confine con la provincia di Vicenza. Qui vallate e colline si mescolano con pianure e rendono il clima, mite e non troppo piovoso, particolarmente adatto alla produzione di quest’eccellenza tutta italiana.
Quali sono le uve che danno vita all’Amarone?
L’amarone discende dal Recioto (che viene realizzato dalle stesse uve, ma presenta un gusto molto dolce, rispetto alla secchezza dell’Amarone) ed è a tutti gli effetti un vino passito secco, rosso e strutturato.
Si ricava dalla fermentazione di uve a bacca scura tipiche della Valpolicella: il disciplinare del 2011 prevede che sia composto dal 45-95% da uva Corvina, dal 5 al 30% da uva Rondinella e da una piccola percentuale di altri vitigni a bacca nera della provincia di Verona.
In origine l’amarone era composto da corvina dal 40 al 70%, rondinella dal 20 al 40% e Molinara dal 5 al 25%.
Amarone della Valpolicella: appassimento e caratteristiche
L’appassimento, della durata di circa tre mesi avveniva storicamente sui graticci chiamati arelle, tradizionalmente in bambù; oggi l’appassimento avviene in contenitori di materiali differenti, disposti in locali idonei e opportunamente ventilati dove le uve riposano in cassette di plastica e al riparo dal rischio di umidità.
Di norma, sono necessari due anni di affinamento in botti di rovere mentre per la riserva il periodo di affinamento è di minimo quattro anni rispetto al mese di novembre dell’anno della vendemmia.
Il risultato è un vino limpido, di un rosso rubino, strutturato e corposo ma morbido e piacevole grazie alla presenza di polialcoli e sostanze estrattive in grande quantità. Il grado alcolico è solitamente elevato (secondo il disciplinare il tenore alcolico minimo è del 14% in volume).
Perfetto con il basato e i formaggi stagionati a pasta dura, l’Amarone Quintarelli resta oggi uno dei vini italiani più amati.
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