Olio biologico per la cucina e la salute
Di Daniele GrattieriOmero lo chiamava il liquido d’oro e gli atleti ritualmente lo stendevano su tutto il corpo. Il suo aspetto mistico ha illuminato la storia! L’olio extravergine d’oliva.
Possiamo tranquillamente dire che già dall’antichità era considerata una medicina per le sue virtù benefiche su tutto l’organismo umano, noi qui non vogliamo dare un significato tanto profondo, vogliamo però affermare che le sue qualità organolettiche esaltano tutti i cibi rendendoli molto prelibati, anche se modesti. Tuttavia vogliamo ricordare che la scienza ha confermato che l’olio d’oliva fa bene alla salute. La tradizione popolare ha avuto ancora una volta ragione anche per quanto riguarda l’aspetto igienico-sanitario.
In tempi non molto lontani l’olio di semi di tanti tipi aveva conquistato le cucine – non diciamo del mondo ma di molte in Italia. Certa pubblicità diceva che l’olio d’oliva conteneva grassi nocivi alla salute, era difficile da digerire e quant’altro, tanto per incentivare l’uso dell’olio di semi. Si assisteva a vere e proprie campagne ideologiche: tanto che i più incalliti consumatori dell’olio d’oliva qualche senso di colpa incominciavano ad avvertirlo anteponendo il gusto dei cibi alla salute in generale. Oggi, finalmente, con buona pace di tutti, abbiamo capito che l’olio di oliva non fa male. Anzi, a pensarci bene, quando si parla di salute e di condimenti, l’e.v.o. viene citato più frequentemente che qualsiasi altro prodotto alimentare. L’olio d’oliva racchiude molte altre proprietà oltre all’acido oleico e ai polifenoli!
I nostri avi, senza supporto scientifico, ma con l’esperienza, consumavano tale prodotto perché avevano capito che era buono, lo raccoglievano in autunno inoltrato e senza rendersi conto consumavano olio extravergine di oliva perché le olive erano stato raccolte al momento giusto e subito portate al frantoio per la spremitura. L’estrazione avveniva solo a freddo – che dire di più. Ma non finisce qui, sempre senza saperlo quello era di fatto olio biologico perché a quei tempi i trattamenti fitosanitari non esistevano e le piante venivano nutrite con prodotti naturali, per esempio con il letame degli animali. Non esistevano altri metodi e, quando le piante venivano attaccate dalla mosca olearia, sempre esistita e principale causa dell’uso dei fitofarmaci, il raccolto andava a male perché quel poco olio che poteva essere estratto risultava di pessima qualità.
Oggi con le regole di mercato sempre più stringenti, non è più possibile consentire tempi refrattari, anche perché la mosca è diventata sempre più presente con grave pregiudizio per i raccolti. Ma vari agricoltori hanno scoperto, mediante esperimenti continui, che è possibile sconfiggere questo flagello dell’ulivo con metodi naturali. Così i risultati hanno iniziato ad arrivare e oggi sono sotto gli occhi di tutti. I costi per tali procedimenti saranno sicuramente più elevati , la qualità, rispetto ai procedimenti industriali risulterà inferiore ma la qualità è indiscutibile. Gli ulivi trattati con prodotti chimici hanno una resa maggiore e un costo inferiore ma l’olio estratto li contiene tutti e finiscono nei nostri piatti, nel nostro organismo.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come facciamo a distinguere l’olio biologico dall’olio comune? La risposta può essere banale: basta leggere l’etichetta. Sulla quale, infatti, per legge è indicato il nome dell’ente che ha effettuato i controlli con la dicitura “agricoltura biologica”: si tratta di un certificato a tutti gli effetti, per il rilascio del quale occorrono tempi abbastanza lunghi se si pensa ai controlli sul terreno e alle indagini di laboratorio – che comunque non si fermano al momento del rilascio della certificazione ma continuano sistematicamente per tutta la fase produttiva successiva.
Ci si domanda ancora, visti i risultati, perché non tutti ricorrono a tale metodologia. Come già detto, i costi per la produzione biologica sono più elevati. Perciò sono orientati a questi tipi di produzione soltanto i soggetti che operano con amore e passione per le cose buone. Si tratta di aziende che devono ricorrere a manodopera specializzata, ma sono soggetti lungimiranti, i pionieri di un’agricoltura post moderna che verrà sicuramente incentivata.
Con la salute non si scherza, quando si tratta della salute non bastano gli slogan televisivi “mangiar sano per sentirsi in forma” ecc. Noi diciamo che il mangiar sano deve essere certificato. Poi esistono centinaia di aziende agricole in Italia che aspettano solo di essere visitate, avviciniamoci a queste realtà, tocchiamo con mano le cose e rendiamoci conto direttamente che le cose buone esistono!
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certo che l’olio extravergine di oliva italiano è il migliore sul mercato mondiale, ma peccato che si faccia poco a livello nazionale per tutelarlo.