Pane integrale? Sì … ma quale?
Di Nicoletta A.Da tutte le parti si sente dire che bisogna mangiare molte fibre per regolarizzare l’intestino e per contrastare l’azione cancerogena dei radicali liberi.
In teoria quindi il pane integrale sarebbe un’ottima cosa. Ma dipende da quale si sceglie. Bisogna infatti distinguere tra farine complete e farine ricostituite. Le prime si ottengono per semplice macinazione del chicco di frumento, senza setacciatura o altre trasformazioni. Per questo sono farine più ricche e sane, complete anche del germe con il suo contenuto di proteine, vitamine, minerali e grassi buoni. Le farine ricostituite sono invece farine raffinate a cui si aggiunge della crusca o del tritello, che, non contenendo il germe, non ha più gli stessi effetti di abbassamento dell’indice glicemico e di diminuzione dell’assorbimento dei grassi. In pratica, è solo un po’ di fibra in più che aggiungiamo al cibo normale.
Per scegliere bene, quindi, bisogna cercare con cura; un “vero” pane integrale dovrebbe essere scuro, pesante, compatto e umido, molto diverso da alcuni pani “integrali” leggeri e di colore chiaro, praticamente uguali al pane bianco per quanto riguarda il rapporto tra peso e volume. Costerà molto di più, soprattutto se proveniente da coltivazione biologica, ma si conserverà per molti giorni, mentre il pane a cui ormai siamo abituati è immangiabile dopo poche ore.
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