Riesling, dalla Germania alla conquista del mondo
Di Fabio B.Il Riesling è un vitigno che si adatta molto bene ai climi più freddi, poiché è molto resistente alle gelate invernali e matura tardivamente. Nelle regioni dell’Europa settentrionale, quali la Germania, ma anche in Alsazia, raggiunge risultati di assoluta magnificenza; al contrario, nelle regioni dove il clima è più caldo il Riesling fatica a ottenere gli stessi livelli di qualità. Ciò è dovuto al fatto che dove fa più caldo le uve maturano più in fretta e quindi se ne ottengono aromi meno intensi e meno eleganti.
La sua origine è con tutta probabilità da ascrivere all’area germanica, dalla quale provengono testimonianze scritte che lascerebbero pensare che fosse già coltivato in quella regione già a partire dal IX secolo e che nel XV secolo fosse ampiamente diffuso nella vallata del Reno. Altri documenti hanno indotto alcuni storici a supporre che il Riesling venisse coltivato in Germania addirittura in epoca romana e che, quindi, sia uno dei vitigni più antichi del paese.
Sebbene oggi il Riesling sia considerato un vitigno “internazionale”, i luoghi deputati alla sua produzione sono quelli caratterizzati da climi freschi, come le vallate tedesche del Reno, della Mosella, della Saar e della Ruwer, che possono senza dubbio essere considerate le sue culle: i vigneti di Riesling di queste zone sono spesso coltivati su su terreni assai pendenti e in questo modo ricevono una grande quantità di raggi solari. Il risultato è che il vino ne ottiene un’intensità e un bouquet caratterizzato dal buon equilibrio di tra acidità, dolcezza e contenuto alcolico. Grazie alla spiccata acidità i vini prodotti con uve Riesling possono sopportare lunghi tempi di affinamento in bottiglia e nei vini di alta qualità possono addirittura arrivare a qualche decina di anni.
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