Sagrantino di Montefalco, vitigno antico
Di Fabio B.Dici Sagrantino e dici Montefalco: insieme costituiscono un binomio vecchio di secoli, ma hanno conquistato la ribalta internazionale solo da pochi anni. Se le tracce storiche del Sagrantino si perdono nella notte dei tempi (un’ordinanza comunale del 1540 ne stabiliva con precisione la data della vendemmia) è solo dagli anni ’70 che, grazie a Marco Caprai, la dignità di questo antico vitigno è risalita a livelli di eccellenza.
Dal 1992 la zona di produzione del Sagrantino (che comprende l’intero territorio del comune di Montefalco e parte di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Castel Ritaldi) è una DOCG e il vino che produce è potente e complesso, di grande intensità e tenore alcolico. Il Sagrantino da il meglio di sé dopo un opportuno e spesso lungo invecchiamento in bottiglia: i profumi devono farsi via via più fini e complessi e il tannino deve smussare l’eccessiva baldanza giovanile.
Il Sagrantino esiste anche in versione Passito, che è in realtà la versione tradizionale del vino di Montefalco e che riposa in cantina per trenta mesi prima di essere imbottigliato. Il passito si abbina in modo ideale con formaggi stagionati e con le crostate di frutta.
Commenta o partecipa alla discussione